Cotte da Cinema - TOP 5 delle attrici che inviterei a cena
- Michelangelo Ameghino
- 31 mar 2017
- Tempo di lettura: 9 min
Le varie classifiche che fioccano sul web lasciano un po' il tempo che trovano, almeno secondo me. Sono più che altro un giochetto divertente, con scarso valore critico, basate sul gusto di chi le compone e quindi estremamente personali.
Pertanto in questo post mi sono dilettato a stilare una lista su quello è un argomento estremamente soggettivo, ovvero le mie “cotte da cinema”. Mi riferisco a quelle attrici che, film dopo film, hanno saputo affascinarmi e alle quali, non lo nego, chiederei di uscire più che volentieri se ne avessi l'opportunità (anche se molto probabilmente verrei “friendzonato” all'istante!). Siccome se dovessi citarle tutte l'elenco sarebbe lungo e finirei per essere prolisso, ho deciso di concentrarmi sulle mie cinque preferite.
Allo stesso tempo ne approfitterò per parlare dei lungometraggi in cui mi hanno colpito di più... così soddisferò anche la mia voglia matta di consigliare film!

Daisy Ridley (Londra, 10 aprile 1992) - benché mi abbia già rapito il cuore, ho deciso di non metterla nella mia classifica in quanto al momento ha all'attivo un solo film (e se non sapete quale chiudete la pagina, grazie) e quindi avrei poco di cui parlare. Detto ciò, il suo fascino acqua e sapone e la sua spontaneità nelle interviste (e con i fan!) la rendono una delle attrici che più mi sanno attrarre. Eppoi ha l'accento inglese!
N.B.: non mi piace affibbiare posizioni come se stessi parlando di auto sportive, perciò le attrici che citerò sono in ordine sparso e NON di preferenza.
Ok, iniziamo!
Elizabeth Olsen (Sherman Oaks, 16 febbraio 1989)

Vi ricordate le gemelle Olsen di Disney Channel? Elizabeth è la loro sorella minore... Fortuna che la sua carriera ha avuto una piega differente dalle loro!
Personalmente trovo questa attrice bellissima. Non dico che sia la donna più bella del pianeta però... però, dai, andiamo... ma l'avete vista?!
Okay, scusate, mi calmo... abbiate pazienza ma la carne è debole...!
Dunque, stavo dicendo, Elizabeth non è comparsa in molti lungometraggi fino ad ora, ciò nonostante è già conosciuta dal grande pubblico. A partire dal 2014 interpreta infatti il personaggio di Wanda Maximoff, alias Scarlet Witch, all'interno del Marvel Cinematic Universe, apparendo per la prima volta in una breve sequenza del film Captain America: The Winter Soldier e successivamente in Avengers: Age of Ultron. Riprende poi il ruolo in Captain America: Civil War.
All'attivo ha anche il ruolo da co-protagonista in un altro blockbuster, Godzilla, il film che nel 2014 ha rilanciato il mito del lucertolone gigante.

Ci sarebbe poi un altro lungometraggio che vanta nel cast la bella Elizabeth di cui varrebbe la pena parlare. Mi sto riferendo a Oldboy, remake americano dell'omonimo film coreano di Park Chan-wook. I motivi per cui tuttavia non intendo dilungarmi troppo su questo titolo sono due. Il primo è che, per quanto dignitosa, l'opera made in USA non raggiunge minimamente le vette artistiche della sua controparte orientale, che è invece un thriller sofferto e claustrofobico, pregno di pessimismo e violenza (e che consiglio caldamente a meno che non siate di stomaco debole!). Il secondo è che in una scena fondamentale che non voglio spoilerare, la Olsen si mostra senza veli in tutto il suo splendore. Perciò meglio che mi fermi qui, o il ricordo di quelle immagini potrebbero rendermi momentaneamente afasico!
Chloë Grace Moretz (Atlanta, 10 febbraio 1997)

Una fanciulla prodigio. Inizia da giovanissima, raggiungendo la fama col film Amityville Horror (a 8 anni!). Personalmente due sono i film che me l'hanno fatta conoscere e apprezzare, quantomeno da un punto di vista artistico (essendo ancora una bambina a quei tempi!): Kick-ass e Blood Story. Il primo è l'adattamento dell'omonimo fumetto (di cui ho parlato nel mio post precedente Supereroi per Principianti), un film che decostruisce la figura del supereroe. Qui la Moretz interpreta Hit-Girl, una bambina-vigilante dal grilletto facile e che ha il turpiloquio come unica espressione: diabolica e adorabile allo stesso tempo! Blood Story invece è il remake americano abbastanza riuscito dello svedese Lasciami entrare, forse il mio film horror preferito: la storia di una baby vampira che stringe amicizia con un bambino emarginato. E indovinate chi interpreta la piccola succhia sangue nella versione statunitense? Ovviamente la nostra Chloë!
E la passione per i personaggi controversi e macabri di questa giovane attrice non finisce qui. Da adolescente la ritroviamo infatti nel cast della gradevole commedia nera Dark Shadow, dove inizia ad accennare una seppure acerba sensualità, e come protagonista del deludente Lo sguardo di Satana – Carrie, remake dell'omonimo capolavoro di Brian De Palma, che si salva appunto solo grazie all'interpretazione della Moretz, sempre brava nel dar vita ad antieroi tragici e sanguinari.
Oggi Chloë Moretz è diventata una bellissima ragazza (fisicamente è il mio tipo, lo devo ammettere!), sempre pronta a scherzare con i fan e nei social, dove è molto attiva. Peccato solo che ultimamente la sua carriera sia una collezione di film abbastanza deludenti e dimenticabili, come ad esempio La quinta onda, uno dei peggiori film di fantascienza che abbia mai visto. Vi basti sapere che è tipo Twilight, ma con gli alieni anziché i vampiri: soporifero oltre ogni immaginazione, l'unica cosa che tiene svegli è il bel visino della nostra Chloë.
Che dire? Speriamo che torni a fare film degni di questo nome. Dopotutto, se un regista come Martin Scorsese la scelse tra i protagonisti del suo Hugo Cabret (film che omaggia le origini del cinema e che non mi stancherò mai di consigliare), un motivo c'è!
Elle Fanning (Conyers, 9 aprile 1998)

Le sorelle Elle e Dakota Fanning sono due attrici che hanno dimostrato grande talento fin dagli esordi delle loro carriere, iniziate per entrambe in giovanissima età. Se però col tempo Dakota si è un po' persa per strada (da Mi chiamo Sam a The Twilight Saga... che tristezza!), lo stesso non si può dire della sorella Elle e basta gettare un occhio sulla sua filmografia per capirlo.
Se l'opera che l'ha fatta notare ai più è stato il drammatico Somewhere di Sofia Coppola (vincitore del Leone d'oro al Festival di Venezia nel 2010), io l'ho conosciuta grazie a Super 8, uno dei miei cult in ambito fantascientifico. Il film, diretto da J.J. Abrams (regista, tra le altre cose, di Star Wars: Il Risveglio della Forza), è un omaggio al cinema d'avventura per ragazzi, quello de I Goonies o E.T. - L'extra-terrestre, e narra le vicende di un gruppo di ragazzini di una cittadina del '79 che, mentre stanno girando un film amatoriale, assistono a un disastro ferroviario nel quale potrebbe essere coinvolto un alieno. L'influenza di Spielberg è palpabile, come pure le citazioni ai B-movie del passato. E in questo tripudio nostalgico spicca la nostra Elle Fanning, appena adolescente, eppure già in grado di ammaliare lo spettatore con il suo fascino angelico: la ragazzina della porta accanto di cui tutti ci saremmo innamorati a 13 anni.

Ora la nostra bambina prodigio è cresciuta, diventando una stupenda ragazza. Ed è questo suo essere perfetta (perché... cioè, guardatela un attimo! Sembra uscita da un dipinto di Vermeer!) che le ha permesso di essere notata da quel pazzo di Nicolas Winding Refn, il quale l'ha scelta come protagonista del suo film The Neon Demon. La pellicola, uscita l'anno scorso, è forse il punto più alto raggiunto finora dalla carriera di Elle Fanning, che qui mette in mostra tutto il suo talento. La storia è un delirio psichedelico con tinte horror/thriller che fa della bellezza (e dell'ossessione a essa legata) il suo cardine principale: un'opera difficile e disturbante, girata divinamente ma con una sceneggiatura che definire criptica e un eufemismo. Consigliato, anche solo per l'interpretazione della nostra giovane protagonista.
Anya Taylor-Joy (Miami, 16 aprile 1996)

È il turno di questa giovanissima attrice (nonché modella ed ex ballerina) che sta stregando Hollywood con il suo fascino e, soprattutto, talento.
Anya debutta come protagonista nell'acclamato film horror The Witch del 2015. Seguono poi alcuni lungometraggi minori ma la notorietà presso il grande pubblico la ottiene con un'opera recentissima: Split, di M. Night Shyamalan. Il 2017 è ancora lungo ma sono abbastanza sicuro che, a fine anno, questo titolo finirà dritto nella mia TOP 10. E ciò e dovuto anche all'interpretazione di quest'affascinante ragazza, che con i suoi occhioni espressivi riesce a farci entrare in empatia con lei fin dai primi minuti e a essere così partecipi della drammatica vicenda che la vedrà coinvolta. Ma andiamo con ordine.
La trama di Split è molto semplice. Tre belle adolescenti (tra cui Anya) vengono rapite da un uomo (un James McAvoy mostruoso nella sua bravura) a cui sono state diagnosticate 23 distinte personalità: dovranno cercare di fuggire prima che ne emerga una nuova e spaventosa 24esima, chiamata “la Bestia”.
Il film è un thriller potente e claustrofobico, girato in pochi ambienti e con una tendenza voyeuristica nello spiare queste tre ragazzine tenute “in cattività” che non fa altro che aumentarne la tensione, sempre su livelli altissimi. Va detto che la seconda parte della pellicola prende una deriva fantasy che non tutti potrebbero apprezzare. Tuttavia, una volta arrivati alla conclusione, si vedrà come Shyamalan sia riuscito a far quadrare il tutto, dando coerenza e, anzi, un maggior spessore alla sua opera. Non voglio spoilerare nulla ma prima di Split vi consiglio la visione di Unbreakable, sempre dello stesso regista: vedrete come tutto vi sarà chiaro alla fine...
Tornando agli interpreti, se è vero che la parte del leone la fanno le molteplici personalità del protagonista, delineate magistralmente da McAvoy, è però indubbio che Anya sia un ricchissima aggiunta a un prodotto già di per sé vincente. La nostra protagonista riesce infatti a distinguersi fin da subito dalle sue due “compagne di cella” (che il regista mette velocemente da parte), facendo intuire come il suo personaggio sia ben più di un bel visino. Anzi, forse non è poi così diversa dal suo aguzzino! Emblematica a tal proposito la sua lenta me inesorabile svestizione, lunga tutto il film (una delle 23 personalità è un cinico maniaco che ogni volta che prenderà il controllo cercherà di spogliarla sempre di più), che la metterà sempre più a nudo, fisicamente e psicologicamente, fino a farci scoprire la sua vera essenza...
Una prova attoriale convincente che lascia ben sperare per il futuro! Conto di rivederla presto!
Mary Elizabeth Winstead (Rocky Mount, 28 novembre 1984)

Last but not least, tocca infine a una bellissima attrice che potreste aver già visto, anche se magari non vi ricordate dove. Mary Elizabeth Winstead è infatti un'interprete che ha preso parte a molteplici film, ma solo in pochi come protagonista. E comunque, eccezion fatta per il quarto capitolo della saga Die Hard e forse Final Destination 3, si è sempre trattato di pellicole poco note.
Per quanto mi ha riguarda tre sono i lungometraggi in cui mi ha colpito di più. Il primo, nonché quello che me l'ha fatta conoscere, è Grindhouse – A prova di morte, uno dei lavori meno conosciuti di Quentin Tarantino ma che personalmente ho preferito ad altri più idolatrati del regista (Bastardi senza gloria in primis). Si tratta di un riuscito omaggio ai film d'exploitation degli anni settanta (ovvero a quel cinema che metteva da parte qualsiasi valore artistico per portare in scena elementi espliciti, come sangue e sesso), in cui la Winstead ci viene presentata come una cheerleader ingenua che si ritrova coinvolta in un turbine di violenza e morte... ah, le fantasie del maschio americano!
Segue poi un'altra opera che la vede co-protagonista, una pellicola che in Italia e passata praticamente inosservata ma che è subito diventata uno dei miei cult: Scott Pilgrim vs the World del regista Edgar Wright (l'autore della britannica “trilogia del cornetto”, ossia L'alba dei morti dementi, Hot Fuzz e La fine del mondo). Il film, tratto dall'omonimo fumetto del canadese Bryan Lee O'Malley, è una commedia d'azione grottesca che omaggia i videogame e i manga anni '80. La storia ruota attorno a Scott, un ragazzo come tanti, che si innamora della bella e misteriosa Ramona Flowers (interpretata dalla nostra Mary Elizabeth), un'eccentrica ragazza dai capelli colorati che sembra uscita da un fumetto giapponese. Tra i due sembra crearsi subito intesa, ma Ramona pone a Scott un'insolita condizione: se vorrà uscire con lei, dovrà prima sconfiggere i suoi “Sette Malvagi Ex-fidanzati”. La premessa è delirante e lo sviluppo pure di più: una vera chicca che mi sento in dovere di consigliare a tutti!

Così come pure ho l'obbligo di suggerire la visione anche del terzo lungometraggio in cui la Winstead mi ha entusiasmato. Sto parlando di un film uscito di recente, una delle sorprese cinematografiche dello scorso 2016, dal titolo 10 Cloverfield Lane. La trama è semplicissima: risvegliatasi da un incidente d’auto, una giovane donna si ritrova nel seminterrato di un uomo. Lo sconosciuto sostiene di averle salvato la vita da un attacco chimico, che ha reso invivibile ogni cosa all’esterno dell’abitazione…
Come si può intuire si tratta di un thriller claustrofobico dalle tinte fantascientifiche che verte sul tema della fiducia. Ambientato per la maggior parte all'interno di un bunker antiatomico, e con solo tre attori (tra cui un John Goodman in stato di grazia), il film riesce a mantenere una tensione sempre alta ed è ricco di colpi di scena fino alla fine. E Mary Elizabeth Winstead, qui finalmente protagonista, mostra tutto il suo talento espressivo. Poche sono infatti le attrici come lei, in grado di trasmettere angoscia anche solo con un semplice sguardo. Sublime!
Bene, direi che siamo giunti alla conclusione. Spero che questo post, un po' meno serio del solito, vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito! E voi? Quali sono le vostre cotte da cinema? Scrivetemelo qua nei commenti!
Alla prossima!
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