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Occidentali's Manga - Radiant (tu vuò fa' il giapponese ma sì nato in Occidente)

  • Michelangelo Ameghino
  • 6 mag 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Chi si ricorda titoli come Monster Allergy o W.I.T.C.H.? Fumetti italiani che per il disegno ricordavano molto i manga. Erano però eccezioni e, a sentire i vari editori, lo stile nipponico era, ai tempi (e in parte anche adesso), da evitare come la peste: “e' troppo distante dalla nostra cultura!” “il lettore medio non lo capirebbe!”. E lo stesso valeva per molti artisti nostrani, che criticavano aspramente il fumetto giapponese, forse un po' invidiosi del fatto che delle “storielle” per ragazzi, con un tratto semplice ed essenziale, vendessero di più delle loro opere autoriali dallo stile ricercato.

Non per tutti era così (per fortuna!): alcuni fumettisti si lasciarono ispirare da questo fenomeno culturale che erano i manga, realizzando prodotti “ibridi” di notevole interesse. Giusto per citarne uno, Scott Pilgrim del canadese Bryan Lee O'Malley, perfetta sintesi tra i comics americani alla Archie e gli shonen manga (così viene chiamato il fumetto d'avventura per ragazzi giapponese).

(una tavola tratta da Scott Pilgrim)

Ora la situazione è cambiata. Il manga influenza il cinema e il fumetto occidentale e viceversa. Ad esempio, aprendo una pagina della Ms. Marvel disegnata dal canadese Takeshi Miyazawa ritroveremo un character design non troppo diverso dagli anime con cui siamo cresciuti, viceversa tra i manga di maggior successo dei giorni d'oggi possiamo notare due titoli, My Hero Academia e One-Punch Man, la cui mitologia di base attinge direttamente dai comics supereroistici made in Usa.

(Ms. Marvel disegnata da Takeshi Miyazawa)

Certo, alcuni editori/autori ultra conservatori che disprezzano tutto ciò che è di stampo nipponico ci sono sempre, tuttavia ormai sono la minoranza. E questo ha reso possibile negli ultimi anni lo svilupparsi di un fenomeno molto interessante: quello dei mangaka occidentali. Fumettisti americani e europei (francesi in particolare) che hanno deciso di realizzare opere in tutto e per tutto simili ai manga giapponesi, compresi tematiche, stile di disegno, formato e (addirittura!) senso di lettura da destra a sinistra. Tutto ciò aggiungendo un pizzico di “sapore occidentale”.

Fino a qualche tempo fa questo era un fenomeno di nicchia, preso poco sul serio e con scarsi risultati. Gli “occidentali's manga” erano malvisti sia dal pubblico europeo e americano, sia da quello giapponese (da sempre molto chiuso verso ciò che proviene dall'estero). Insomma, i lettori vedevano questi prodotti come una copia, una cosa “tarocca”. Sembrava quindi che il sogno di tanti di “fare manga fuori dal Giappone” fosse una chimera irraggiungibile.

Eppure ultimamente c'è stata un'eccezione: Radiant, un manga occidentale ad opera del francese Tony Valente, che non solo ha avuto un buon successo in patria, ma pure nel Sol Levante. Anzi, qui ha venduto più che in Francia! A dimostrazione di ciò, due mangaka molto conosciuti, Hiro Mashima (Fairy Tail) e Yusuke Murata (Eyeshield 21), si sono offerti di fare da “sponsor” a questo manga, ammettendo che non ha nulla da invidiare alle sue controparti nipponiche. In realtà forse sono proprio queste ultime che mancano di quell'esotismo europeo che rende Radiant così speciale.

(illustrazione tratta da Radiant)

Certo, con questo non sto dicendo che siamo davanti a un capolavoro... tutt'altro! Preso come semplice storia a fumetti, siamo difronte a un prodotto che prende a piene mani da titoli ben più famosi (One Piece in primis), offrendo una narrativa che in più di un'occasione darà un senso di déjà vu ai lettori più smaliziati. Non mi dilungo troppo sulla trama, in quanto è la solita dei battle (leggi anche “mazzate”) manga, con un ragazzino che per raggiungere un traguardo si allenerà e cercherà in tutti i modi di diventar più forte. Raccontare ulteriori dettagli priverebbe eventuali lettori del piacere di scoprire il mondo in cui è ambientata l'avventura, unico elemento veramente originale e in grado di stupire. Per il resto, come dicevo, nulla di nuovo o degno di nota; il disegno è essenziale e il tratto pulito, le scene d'azione sono ben realizzate e le gag divertono il giusto, anche se il tutto sa un po' di già visto. In compenso il prodotto è confezionato a dovere (valida anche l'edizione italiana a cura di manga senpai) e saprà di sicuro soddisfare gli amanti del genere e i neofiti del fumetto orientale.

(studio del personaggio di Seth, il protagonista di Radiant)

Difficile dire se questo titolo rimarrà un caso isolato o se darà il via a una “european o american invasion” nel mercato del manga Giapponese. Ad ogni modo per il momento mi sento di consigliare Radiant proprio per questo, per ciò che rappresenta. Per il suo essere il compimento del sogno di tutti quegli occidentali che, leggendo un manga, hanno pensato almeno una volta nella vita “anche io vorrei realizzarne uno tutto mio!”.

Buona lettura!


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