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TWIN PEAKS: IL RITORNO – ISTRUZIONI PER L’USO

  • Andrea Massucco
  • 26 mag 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Premesso che:

  • chi scrive subisce il fascino della serie dal 1990 e che sarà difficile mantenere un giudizio obiettivo viste le aspettative di 26 anni,

  • non tutti i lettori conosceranno la serie e potrebbero detestare gli spoiler,

  • criticare l’arte di David Lynch è estremamente soggettivo,

procedo con la personale recensione dei primi episodi di “Twin Peaks” in anteprima, perché sarebbe immorale da parte di chi scrive non dire la sua a riguardo.

Inizio le mie considerazioni partendo dalla domanda: l’aspettativa di un fan potrebbe essere delusa? … E in quale modo? A chi come me conosce le prime due stagioni a memoria, non è necessario ricordare che la tensione e l’ambientazione sono gli aspetti più importanti: superano la trama, lo svolgimento delle indagini principali, la curiosità sulle vite parallele dei protagonisti, e perfino il mistero dell’omicidio di Laura Palmer.

Chi viveva la televisione all’epoca, sa benissimo che da oltreoceano arrivavano prodotti per lo più spensierati e composte da episodi autoconclusivi con sporadiche e flebili linee narrative, per lo più dal tono leggero tipico della sit-com. Poi sono arrivati nell’ordine: un battage pubblicitario da tormentone, la musica di Badalamenti e il corpo senza vita di una giovane reginetta di bellezza avvolto nella plastica e tutto è cambiato. Il pubblico è rimasto incollato allo schermo di settimana in settimana, cercando di scoprire chi potesse essere l’assassino e le verità nascoste di ogni personaggio che, a quanto pare, aveva una doppia vita. Finisce la prima stagione con un cliffangher che naturalmente non svelo, e il nome tanto atteso ancora non giunge… Si ricomincia da dove eravamo rimasti, e i viaggi onirici in cui il regista ci trascina iniziano a diventare sempre più protagonisti, tenendo il pubblico sempre più in tensione. Poi arriva il colpo di scena che nessuno si aspettava. La rete costringe gli autori a rivelare il nome dell’assassino di Laura Palmer ed è l’inizio della fine. Le trame secondarie iniziano a non piacere più e nonostante il finale di stagione sconvolgente la serie viene chiusa. 23 anni dopo giunge notizia di un possibile reboot e quelli che come il sottoscritto sono rimasti affascinati all’epoca, iniziano a sperare. Dopo le conferme ufficiali, gli annunci del nuovo cast che prevede 217 attori (del calibro di Naomi Watts, Monica Bellucci, Ashley Judd, Laura Dern, Amanda Seyfried e altri ancora) e la rivelazione della data della premiére … il nulla … Lynch, nell’epoca dove lo spoiler e il rischio plagio sono all’ordine del giorno, è riuscito dove tanti altri hanno fallito. Trama segreta, attori ignari di quello che succedeva a parte le proprie scene, teaser trailer con immagini di repertorio … ipotesi e congetture da ogni dove, per arrivare a oggi, 26 maggio 2017, per la prima TV in lingua italiana (su Sky Atlantic) dopo la messa in onda americana di domenica scorsa (anticipata per errore dalla piattaforma satellitare italiana on demand) in lingua originale sottotitolata.

La prima impressione è che Lynch voglia iniziare con immagini della vecchia serie per dire chiaro e tondo: non andare avanti se non sai cos’è successo prima (d’altra parte Laura Palmer aveva detto: “Ti rivedrò tra 25 anni …”!). Primo piano della famosa vittima e parte la musica … lei, la storica, quella che non poteva essere diversa. Immagini in alta definizione dinamiche che ti catapultano in pochi secondi nel mondo del regista e dei ricordi. Tocco geniale che applaudo. Basta questo per soddisfare la lunga attesa? Ovviamente no. Accompagnato da un lungo caffè all’americana e nel buio totale, come suggerito da Lynch stesso, inizio il mio viaggio e scopro che: quattro storyline convivono in altrettanti luoghi, diversamente dalla serie originale, nuovi personaggi psicologicamente contorti quel tanto che basta fanno capire che qualcosa è cambiato … ma non troppo. La teatralità e le luci degli spazi chiusi hanno raggiunto una maturità diversa, i mondi onirici sono sempre più complessi, gli spazi all’aperto sono ancora più angoscianti (io non posso stare nei boschi di notte per colpa di Twin Peaks … la situazione non può certo migliorare, ora).

La trama principale ha un salto temporale di 25 anni tutti da riempire, e questo per il momento non è criticabile, perché siamo solo all’inizio; le nuove storie sono intriganti e molto moderne, con elementi che ameranno molto gli appassionati di “Lost” e crime serials in generale; i personaggi originali, seppure invecchiati, continuano ad essere credibili nonostante gli anni trascorsi; i misteri vengono approfonditi ma non svelati. L’attesa dei prossimi capitoli (perché così il regista vuole che si chiamino, in quanto la serie è stata girata come un unico film diviso in parti, e non in episodi) è essa stessa un nuovo capitolo. Le tende rosse della Loggia Nera si aprono e si chiudono, contrariamente a quanto visto finora: ci consentono di esplorare l’infinito che sta al di là … chi sta dentro deve uscirne, ma come noi vorrebbe conoscere tutta la verità di quel luogo misterioso.

Il mio consiglio spassionato è: guardare “Twin Peaks” senza distrazioni, mettere pausa se suona il telefono (potreste perdervi qualche dettaglio importante), astenersi chi vuole tutte le risposte (come accaduto per il finale di “Lost”), e soprattutto, per chi non conosce le opere di Lynch, gustare le inquadrature, il movimento della steadycam, i giochi di luce, i personaggi singolari (sia umani che non), la colonna sonora … insomma, lasciarsi trasportare in questo vortice senza senso obbligato

Di una cosa sono abbastanza certo: nessuno guarderà più una presa di corrente elettrica allo stesso modo.

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