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Film da non perdere - Le più belle pellicole che ho visto nel 2016

  • Immagine del redattore: Marco Garibaldi
    Marco Garibaldi
  • 7 feb 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Durante l’anno da poco trascorso ho avuto la possibilità di andare molto spesso al cinema. Mi è capitato così di trovare in sala un po’ di tutto: dal film strappalacrime, alla classica commedia divertente per passare poi agli onnipresenti cinecomic.

Per inaugurare questo blog ho deciso di stilare una lista di film che più mi hanno colpito, senza ovviamente “spoilerare” le pellicole.

  • The Danish Girl (regia di Tom Hooper)

Copenaghen 1904, il pittore paesaggista Einar Wegener, interpretato qui da Eddie Redmayne, si sposa con Alicia Vikander, qui nei panni della ritrattista Gerda Wegener. Il giovane sposo si accorgerà ben presto di essere prigioniero in un corpo che non riconosce e questo lo porterà ad un difficile cammino, seguito amorevolmente dalla moglie, per cambiare sesso. Dopo l’interpretazione ne “La Teoria del TuttoEddie Redmayne si riconferma maestro di trasformismo. Impressionante la sua trasformazione da Einar a Lili Elbe. Grandissima anche Alicia Vikander, attrice per me sconosciuta che ha saputo trasmettere il dolore e la rassegnazione ma anche la forza di questo straordinario personaggio. Direi Oscar come migliore attrice non protagonista meritatissimo. Tom Hooper sembra trasportarci in una realtà dipinta, come se l’ambiente circostante fosse uno dei dipinti di Einar.

  • Captain Fantastic (regia di Matt Ross)

Un famiglia decide di andare a vivere in una foresta, lontana dalla civiltà. Il “capo famiglia” (Viggo Mortensen) è mosso da una concezione del mondo che porta lui e l’intera famiglia alla critica del consumismo sfrenato, con un’idea del mondo più pura, lontana dalla schiavitù della tecnologia. Un ideale utopistico che si scontrerà inevitabilmente con la realtà e per salvare il futuro dei propri figli il protagonista dovrà accettare dei compromessi. Sono contento di vedere il buon vecchio Viggo tra i candidati come migliore attore tra i candidati all’Oscar.

  • The VVitch (regia di Robert Eggers)

America del 1600, un predicatore viene allontanato dalla comunità puritana in cui vive. L’uomo, insieme alla moglie e i figli, proverà a ripartire con l’agricoltura e l’allevamento fuori città, costruendo una casa vicino al bosco. Da quel momento in poi la situazione sembra precipitare inesorabilmente. Atmosfere e ambientazione perfette per un film horror che tiene sulle spine dall’inizio alla fine. Finalmente un horror che gioca sulla pura e l’angoscia e non sul semplice spaventose momento. Da vedere rigorosamente al buio, in una serata piovosa.

  • The Hateful Eight (regia di Quentin Tarantino)

Cowboy, cacciatori di taglie e curiosi intrighi: un mix che Tarantino, come sempre, sa gestire alla grande. In questa pellicola il caro Quentin riesce a fare quello che in “Django Unchained” gli era riuscito solo in parte. Crea un intrigo e una storia interessanti accompagnati dai soliti dialoghi graffianti. Si ritorna al Tarantino delle origini (stile "Le Iene") in cui il film è girato in massimo tre o quattro ambientazioni ma è sorretto da una trama che ti tiene incollati dall’inizio alla fine nonostante il film sia abbastanza lungo. Musiche di Ennio Morricone, che altro aggiungere.

  • Perfetti Sconosciuti (regia di Paolo Genovese)

Finalmente una commedia italiana dove i rutti e le flatulenze non fanno da colonna sonora.

Un gruppo di vecchi amici si incontra ed organizza una serata insieme. Quello che succederà durante la cena sconvolgerà la vita di ognuno di loro. La pellicola è girata quasi completamente in una sala da pranzo. Più che un film sembra una commedia teatrale e i dialoghi e le caratterizzazioni dei personaggi sono a dir poco geniali. Non si può fare a meno di riflettere su quanto la nostra vita sia legata agli smartphone che portiamo sempre con noi: nulla può essere nascosto. Con un semplice clic tutti gli scheletri nell’armadio escono fuori per mostrarci quanto in realtà siamo deboli, nonostante la nostra finta corazza.

  • Deadpool (regia di Tim Miller)

Anche quest’anno siamo stati sommersi dai film sui supereroi (non che la cosa mi dispiaccia). Tra le millemila pellicole ho scelto proprio “Deadpool” perché gli autori di questo film hanno saputo trasporre al meglio l’essenza di questo personaggio. Facciamo finta che che non sia mai esistito l’orribile Deadpool di “Wolverine - Le Origini”. Qui il nostro eroe/antieroe prende in giro tutti, persino noi spettatori abbattendo più volte, come accade nei fumetti, la quarta parete. Ho amato fin da subito questo film, vale la pena di vederlo solo per i titoli di testa: geniali.

  • Lo chiamavano Jeeg Robot (regia di Gabriele Mainetti)

Torniamo in Italia. Ci aveva provato qualche anno fa Salvatores con “Il ragazzo invisibile” ma in questo caso possiamo dire che Mainetti ha dato vita al film italiano definitivo sui supereroi. Finalmente anche noi italiani abbiamo qualcuno che sa distruggere palazzi con un solo pugno. I supereroi sono qui ben contestualizzati con la realtà di degrado e abbandono della Roma periferica. Grande il pompatissimo Claudio Santamaria che ci ha regalato un supereroe non scontato, quasi dannato. Ancor più grande Luca Marinelli che, ispirandosi indubbiamente al Joker di Heath Ledger, ha dato vita ad un cattivo davvero figo.

  • Zootropolis (regia di Byron Howard e Rich Moore)

In una città abitata da ogni tipo di animale, in cui convivono pacificamente carnivori ed erbivori una giovane coniglietta ha un obiettivo: diventare un poliziotto. Dovrà lottare contro i pregiudizi per poter realizzare il proprio sogno. La pellicola Disney è candidata meritatamente agli Oscar come miglior film di animazione. Si tratta di un vero e proprio inno alla non violenza, con messaggi chiari e mai scontati contro il razzismo. La citazione a “Breaking Bad” poi vale tutto il film.

  • Rogue One: A Star Wars Story (regia di Gareth Edwards)

Dopo “Episodio V” questo è sicuramente il capitolo migliore della saga di Star Wars. Molti non apprezzeranno questa affermazione ma questo film risolve uno dei più grossi difetti e buchi di trama della vecchia trilogia. Perché infatti la terribile Morte Nera dovrebbe avere un piccolo buco che, se centrato bene con un semplice colpo di laser, farebbe collassare l’intera macchina da guerra? Sembra assurdo obiettivamente. In questo film viene spiegato e giustificato tutto questo. Non ci sono jedi? Chissene!

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