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Michelangelo Buonarroti - Il marmo del dolore

  • Margherita Garibaldi
  • 9 mag 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Oggi voglio parlarvi del mio artista preferito, ovvero di Michelangelo Buonarroti. Non voglio analizzare la sua vita punto per punto ma voglio analizzare due delle sue opere, la pietà vaticana (1497-1499) e la pietà Bandini del 1547-1555.

La prima racchiude tutti gli ideali di perfezione, armonia e bellezza propri del Rinascimento; in quest'opera il giovane Michelangelo presta particolare attenzione ad ogni minimo dettaglio. Dal panneggio dell'abito della vergine ai dettagli del volto e del corpo del cristo morto. L'espressione di dolore e rassegnazione di una madre che ci indica con la mano il cadavere di suo figlio morto per l'umanità.

È riuscito a rappresentare in maniera eccezionale il dolore di questa scena. Ai suoi contemporanei che lo accusavano di aver rappresentato la Madonna troppo giovane egli rispondeva citando il verso dantesco "Vergine Madre, figlia del tuo figlio".

Michelangelo era molto fiero di questa sua opera, infatti è l'unica che egli abbia mai firmato; una leggenda narra del giovane Michelangelo che, stufo di sentire attribuita la sua immensa opera ad altri, nel cuore della notte entrò in chiesa ed incise lungo la fascia della madonna il suo nome.

La seconda è in realtà una deposizione, e l'artista l'aveva pensata per l'altare romano dove sperava di essere sepolto. Smette di lavorare a quest'opera ultrasettantenne, nel 1555 anno in cui la mutilò rompendo il marmo in più punti.

La figura che regge Gesù è Nicodemo e, come sostengono in molti, autoritratto dell'artista stesso. In basso troviamo Maria che accoglie tra le braccia il corpo del figlio morto e un'altra figura femminile.

La differenza essenziale tra queste due opere è dovuta dalle diverse età dell'artista nell'esecuzione: nella prima si ricerca una perfezione assoluta e sembra trasmetterci una speranza concreta; nella seconda percepiamo quasi una stanchezza nei confronti della vita, non c'è più quella speranza e questo era, molto probabilmente, dovuto alla caduta degli ideali rinascimentali, soprattutto dopo la diffusione dea riforma luterana. Michelangelo, in uno dei suoi sonetti, confessa la difficoltà che aveva negli ultimi anni a sentirsi appagato dalla creazione artistica.

Attraverso una breve analisi di queste due opere siamo riusciti a percepire l'energia di un giovane, promettente e talentuoso ragazzo e la stanchezza di un anziano maestro, ma in entrambi i casi il risultato è sempre un'opera d'arte di inestimabile bellezza.

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